Villa Medici a Poggio a Caiano, Prato (dal 1485)

Questa villa è considerato il prototipo delle architetture cosiddette di villa, segnerà una tappa fondamentale, come sostiene il famoso storico di architettura James S. Ackerman che in una sua monografia dedicata al tema della villa pone nel Rinascimento villa Medici a Poggio come l'esempio per eccellenza da cui poi seguiranno tutta una serie di edifici che declineranno in parte alcuni dei suoi caratteri ma che dalla e proprio partita.
Poggio a Caiano era una tenuta dei medici abbastanza vicino alla città di Firenze e rappresenta al meglio quella che era la volontà di Lorenzo de Medici, ovvero la presenza evidentemente ingombrante della famiglia sul territorio, perché questa villa si presenta come un elemento estraneo che si poggia sul terreno ma che non lo vuole fare completamente, vuole dimostrare come i Medici siano sempre a contatto con la città però non volendo farne parte, come dimostra la presenza del porticato al piano terreno (che è stato individuato come un elemento di unione e di preparazione al contempo degli abitanti la villa rispetto al contesto).
La struttura poggia su un solido porticato, al cui interno trovano spazio tutti i magazzini ed i locali di servizio; al di sopra troviamo la vera e propria struttura e grazie agli album di disegni che ci sono arrivati possiamo vedere come abbia subito mutazioni durante il tempo o comunque dimostrano come il progetto originario poi di fatto nel tempo sia stato modificato, che riguardano soprattutto la necessità di avere maggiore illuminazione. La prima trasformazione che si nota è l'eliminazione delle stanze adiacenti il salone principale per ottenere una maggiore illuminazione e risalto di questa aula, inoltre le scale di accesso alla villa originariamente non erano a tenaglia (in modo tale che la struttura “abbracciasse” il territorio, che vedrà una notevole fortuna nel XVII secolo) ma erano semplicemente due rampe perpendicolari alla facciata. Un altro elemento importante è dato dalla considerazione del portico, uguale alla funzione di raccogliere tutti gli ambienti di servizio in uso il palazzo e di filtro tra gli abitanti del palazzo ed il territorio circostante (ma anche di passeggiata sopraelevata), in questo senso sembra che rispetto al disegno iniziale non sia cambiato poco o niente. Importante è anche l'organizzazione delle aperture, le quali denunciano quelle che sono le funzioni della stanza che illuminano, questo lo si nota grazie alla gerarchia con la quale sono state pensate, infatti non c'è una continuità degli assi (come siamo stati abituati a vedere dei palazzi fiorentini), infatti come detto le stanze più importanti hanno finestre più vicine tra loro, gli spazi meno importanti hanno una sola apertura limitata all'angolo dell'edificio.
Questo tipo di organizzazione, che vede questo stacco netto tra la parte centrale di rappresentanza ed una parte di servizio, è una soluzione sconosciuta al modo di progettare dei toscani (che invece vedeva sempre un interasse costante), che invece era molto conosciuta nell’architettura veneta, per cui vuol dire che in qualche modo Giuliano ha avuto l’ispirazione da qualcuno, che potrebbe essere lo stesso Lorenzo de Medici (infatti Lorenzo aveva una notevole influenza sulla costruzione di questa villa, non a caso quando muore i lavori si interrompono e inoltre lungo tutto il fregio del prospetto principale correvano delle terracotte marmoree che mostravano il trionfo dell'età dell'oro, per mostrare l'opulenza di questa famiglia).
Una volta superate le scale si che trova davanti ad un grande portico o loggia d’entrata (la cui decorazione imputabile alla volontà di Lorenzo, con un ordine ionico, architrave, fregio e timpano), seguito da un atrio passante ed infine si arriva alla zona più importante della villa, ovvero la sala di rappresentanza (voltata a botte), dove Lorenzo rinuncia alle due stanze laterali alla sala per fornire maggiore illuminazione (dopo la sala di rappresentanza che trova davanti ad un ulteriore sala che porta poi dall'altra parte del giardino).
James S. Ackerman sostiene infine che un diretto riferimento dell'architettura di Poggio a Caiano sia la famosa villa romana detta “delle sette finestre”, una villa che alla fine del quattrocento stava affiorando in una località molto vicina a Poggio, quindi è stato ipotizzato, soprattutto per quanto riguarda il portico al piano terreno come filtro tra la residenza ed il territorio circostante, se proprio stato suggerito da questa villa romana (se non a Giuliano sicuramente a Lorenzo).

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