Donato Bramante


Assume il cognome dal nonno materno, proviene dalla zona di Urbino, in questo contesto lavorano personaggi di rilievo quali Luciano Laurana (che lavora al palazzo ducale di Federico da Montefeltro), Francesco di Giorgio Martini (senese, autore di un trattato di architettura), vi è anche una scuola di pittori prospettici, tra i quali Piero della Francesca e lo stesso Bramante.
L’architettura di Bramante si può definire pittorica in quanto nelle sua architetture sono fondamentali la luce e i colori; le prime notizie di suoi lavori riconducono al contesto lombardo (in particolare a Bergamo, allora territorio veneziano), dove progetta il palazzo del podestà.
Con la caduta di Ludovico il Moro Bramante si reca a Roma, rimane dubbia la sua presenza a Firenze, dove avrebbe potuto ammirare le opere di Brunelleschi. Nei primi lavori di Bramante in campo architettonico è evidente la sua mentalità da pittore prospettico; la sua attenzione si rivolge in particolare all’antichità classica (tardo-antica del periodo tra il IV-VI secolo, corrispondente all’epoca paleocristiana).

Opere analizzate:
  1. Santa Maria presso San Satiro
  2. Tribuna di Santa Maria delle Grazie
  3. Chiostro di Santa Maria della Pace
  4. Cortile del Belvedere
  5. Tempietto di San Pietro in Montorio
  6. Palazzo di Andrea Caprini in Borgo

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