La ricostruzione di San Giovanni era diventata necessaria in quanto l’antica basilica cristiana era in pericolo di crollare, il lavoro di Borromini iniziò nel 1646 e si concluse nel 1649; il papa voleva fortemente che la chiesa fosse quanto più possibile conservata nella sua struttura originale e per questo Borromini incassò due colonne consecutive della vecchia chiesa in un’ampio pilastro, contornando ogni pilastro con un colossale ordine di pilastri per tutta l’altezza della navata e collocando e collocando una nicchia tabernacolo in ogni pilastro, dove in origine c’era l’apertura fra le due colonne. L’alternarsi di archi e pilastri aperti era un ritmo base dai tempi di Bramante, solo che in questo caso la struttura continua attraverso gli angoli, trasformando così la navata in uno spazio chiuso.
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