Michelangelo Buonarroti

Di Michelangelo c'è rimasto il corpus più ampio disegno che sia mai stato attribuito ad un architetto di questo periodo, anche se sappiamo che lo stesso Michelangelo distrusse gran parte dei disegni per impedire che venissero usati da altri dopo la sua morte; di Michelangelo studieremo in particolare gli interventi che condusse a Firenze (per i Medici) e poi quelli a Roma (per Paolo III Farnese).
Michelangelo nasce a Caprese in provincia di Arezzo nel 1475, figlio di Ludovico Buonarroti (ambasciatore dello Stato fiorentino in quella località), Michelangelo per tutta la sua vita avrà sempre come obiettivo quello di riscattare (perché i Buonarroti discendono da un importante casato fiorentino ma che in questo periodo e di una decadenza economica e politica in città, quindi Ludovico, il padre di Michelangelo, instillerà sempre questa sorta di inadeguatezza della famiglia, tanto è vero che Michelangelo invierà sempre del denaro alla famiglia a Firenze); morirà a Roma nel 1564.
Di Michelangelo è soprattutto importante parlare della sua formazione, inizialmente, secondo la volontà paterna, è destinato ad altro ma non si sa come a 19 anni entra nell'orbita di Lorenzo de Medici il quale lo prende sotto la sua tutela studiando con i suoi figli, mentre per quanto riguarda le opere artistiche il suo interessamento si esprimerà nel cosiddetto giardino di San Marco (dove le statue raccolte da Lorenzo ispireranno Michelangelo nell'avvicinamento all'antichità, tanto è vero che Michelangelo si considera prima di ogni altra cosa uno scultore).
Michelangelo andrà a Roma tra diverse volte, la prima volta dal 1496 al 1501 (il suo viaggio in questo caso legato ad un'opera scultorea, in quanto realizzò il cupido dormiente, un mercante d'arte fiorentino lo nascose sotto terra ed dopo un tot di tempo lo vendette al cardinale Riario come antichità romana; scoperto questo Michelangelo andò a Roma dal cardinale per rivendicare la proprietà della stato, perché il mercante d'arte aveva venduto la statua molto di più di quello che aveva pagato; questo fu il primo contatto con il cardinale, che non è altro che il nipote di papa Giulio II e cancelliere dello stato papale, il cardinale apprezza l'opera di Michelangelo e l'ottiene con se nella sua residenza al palazzo della cancelleria; in questo periodo inizia copiare quello che vede Roma), un secondo viaggio sarà la 1504 al 1513 (in questo periodo ottiene dal papa Giulio II l'incarico per la realizzazione della famosa tomba di Giulio II, un’opera che gli porterà via 40 anni di vita, soprattutto per problemi economici perché Michelangelo voleva una tomba faraonica nel transetto di San Pietro, quindi il rapporto con Bramante iniziò a scrivere proprio in questo momento; alla fine venne realizzata in San Pietro in vicoli; in questi stessi anni realizzerà anche dall'ambasciatore francese di realizzare la pietà per la cappella del re di Francia in San Pietro e poi realizzerà la Cappella Sistina) ed infine un ultimo viaggio dal 1535 fino alla morte (durante questo periodo Michelangelo legherà con Vittoria Colonna, che era moglie del marchese di Pescara e poetessa, e con Tommaso dei Cavalieri, un giovane borghese romano che interessato l'architettura diventerà un collaboratore molto stretto di Michelangelo, tanto è vero che diversamente da quello che si crede la realizzazione del Campidoglio sarà dovuta proprio a Tommaso, nel senso che Michelangelo darà alcune coordinate generali per la sistemazione urbana ma dal punto di vista esecutivo e della collocazione delle sculture di tutto l'apparato decorativo sarà Tommaso Cavalieri a realizzarlo).
Per quanto riguarda la rappresentazione dell'architettura Michelangelo rimane legato un poco alla tradizione medioevale ma è anche fortemente legato al suo essere scultore per cui gran parte delle architetture che il progetto le realizza prima in modelli tridimensionali fatti di terra cruda (che si lavorava molto più velocemente della terracotta o di legno), infatti spesso le sue architetture sono immaginate come delle vere proprie sculture (si tratta comunque di una progettazione dello spazio che viene utilizzato per cui Michelangelo si immagina sempre di essere all'interno del proprio spazio architettonico, per cui cerca sempre di immedesimarsi in quella che è la sensazione principale che avrà il fruitore del progetto, sia dal punto di vista reale dell'architettura ma anche della sensazione spaziale); proprio per questo fatto nelle architetture di Michelangelo sono presenti delle imprecisioni rispetto ai disegni, proprio per il fatto che Michelangelo non teneva minimamente conto delle misure reali delle architetture in cui lui operava, nel senso che lui aveva presente il fruitore come fruitore di spazi, nel senso che lui aveva in mente il suo progetto e poi quando si scontrava con la realtà dei fatti si vedeva che erano presenti delle imprecisioni, per cui poi ci eseguiva il suo disegno doveva trattare di misure del progetto alla realtà dei fatti (non era un architetto molto concreto, lui pensava solo alla sensazione che il fruitore avrebbe avuto nel vivere queste architetture, non si poneva alcun problema di tipo costruttivo, infatti i calcoli statici per la cupola di San Pietro saranno fatti da Giacomo della Porta).
Inoltre i disegni di Michelangelo non sono mai come e perché sono tutti schizzi che l'autore realizza a punta di lapis rosso o a carboncino (o la bianca per cancellare), i suoi disegni hanno la particolarità di presentare anche delle ombre proprio perché Michelangelo vuole dare tridimensionalità anche al disegno di architettura, in questo caso diluendo il pigmento con l'acqua (come possiamo notare inoltre Michelangelo ha una grande parsimonia della carta, per cui nei disegni di Michelangelo troveremo affiancati schizzi di architettura, di scultura o pittura o le cose più banali).

Opere analizzate:
Firenze
Roma

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