Filippo Brunelleschi

Parentesi sull’umanesimo
Con Filippo Brunelleschi si apre quello che viene denominato periodo dell’umanesimo; un periodo di rinascita della cultura e delle arti in generale, ma soprattutto che vede nella figura dell’uomo il protagonista principale. Brunelleschi fu più volte associato a questo nuovo uomo, ovvero colui che grazie alla propria consapevolezza di sé riesce a risolvere tutta una serie di questioni che fino a quel momento non erano ancora state prese in considerazione (nell'ambito dell'architettura), Filippo Brunelleschi cerca di coniugare per la prima volta in maniera inequivocabile quella che è la tradizione del cantiere architettonico gotico (quindi con una consapevolezza sperimentale, di conoscenza diretta dei materiali, delle problematiche statiche che un cantiere architettonico ha) con una conoscenza di tipo più teorico, quindi coniuga le esigenze di un cantiere ma che nello stesso tempo acquisisce dal punto di vista dello stile e nella struttura di dei significati più alti che devono essere ricercati nell'antico. Quindi con Brunelleschi inizia quella ricerca dell'antico dell'architettura fatta alla maniera antica che poi vedrà nel pieno Rinascimento il suo maggior sviluppo a Roma; non più a Firenze dove invece ha il suo avvio l’umanesimo, infatti Firenze in questo momento alle potenzialità giuste per affermare questo nuovo modello culturale (ha i finanziatori, ha dal punto di vista politico una situazione abbastanza tranquilla che gli consente di poter investire anche nel pubblico le proprie finanze interne e soprattutto ha la possibilità di poter, grazie alle preesistenze architettoniche, di poter suggerire ai nuovi artisti che si vogliono interessare questo nuovo linguaggio che vede l'uomo al centro delle attività ma che trae ispirazione dalle istanze antiche). Tutti i conoscono i Medici, i famosi banchieri di Firenze che con Lorenzo de Medici ottengono il controllo della città e nello stesso si fa mecenate d’arte, promuovendo la conoscenza dell’antico attraverso una serie di oggetti, soprattutto sculture in marmo che sono riproduzioni di opere greche; dal punto di vista architettonico si assiste ad una ricerca di quegli elementi architettonici sparsi un po' per tutta la città (da ricercati anche in altre città, per esempio Roma, che durante l’umanesimo diventa lo scavo per eccellenza) e pone nel famoso giardino di San Marco questa momento di studio antico. Ovviamente Lorenzo de Medici non visse quando Brunelleschi era vivo, ma rimane lo stesso il nipote del primo committente di Filippo Brunelleschi ovvero Giovanni di Averardo de Medici.
Brunelleschi, proprio per la grande curiosità che suscitava, venne particolarmente seguito da Antonio Manetti, ovvero colui che, contemporaneo a Filippo Brunelleschi, ha scritto per primo la sua biografia, e la scritta in maniera critica nel senso che ha descritto quello che man mano Brunelleschi stava producendo. A questa prima biografia si aggiunse poi l'opera di Giorgio Vasari, il quale raccoglie in due diverse edizioni (del 1550 e nel 1568) le vite dei più importanti architetti, scultori e pittori a partire da Giotto.
Filippo Brunelleschi nasce nel 1377 e muore nel 1446, è figlio di un notaio e pur essendo secondogenito è destinato ad ereditare tutte le ricchezze del padre in quanto il primogenito i fa frate; il padre vorrebbe che il figlio seguisse le sue orme ma così non accadrà, lo troviamo già in età adulta che lavora come orafo, iscritto all’arte della seta. Chiaramente un orafo doveva essere esperto di scultura quindi Filippo Brunelleschi ha avuto anche una preparazione di tipo, si presume quindi che questa preparazione l'abbia acquisita in bottega lavorando; in particolare si dice che Brunelleschi fosse espero di reliquiari (che allora erano delle piccole architetture).
Lo incontriamo ufficialmente per la prima volta nel concorso del 1401, un concorso bandito dall’arte di Calimala (cioè l'arte che si occupava di panni), la quale era responsabile del battistero di Firenze (il quale a quel tempo era il simbolo stesso della città). In particolare il concorso era stato bandito per la costruzione di una porta che doveva prospettare l'ingresso dell'antica cattedrale di Santa Reparata; a questo concorso partecipano anche Lorenzo Ghiberti e lo stesso Brunelleschi; il concorso stabiliva la realizzazione di una formella tipo di forma polilobata (che trattasse temi dell’antico testamento) che dovevano essere inserite nelle porta (in totale 12 formelle, sei per lato) e inoltre doveva essere simile alla porta già realizzata da Andrea Pisano; alla fine l’arte di Calimala si trova indecisa tra le formelle dei due artisti, qui le fonti si trovano in disaccordo in quanto secondo alcuni ha vinto Brunelleschi, altri Ghiberti, mentre alcuni dicono che avessero vinto entrambi.
Dal punto di vista della realizzazione dello spazio nella formella si può osservare come siano presenti alcuni elementi che poi troveremo nella teorizzazione della prospettiva moderna (infatti Filippo Brunelleschi è considerato il padre della prospettiva moderna, anche se non in termini matematici e geometrici come noi la intendiamo, che in realtà nasce in Francia nell’800). Una concezione di spazio completamente diversa da quella data da Ghiberti, in quanto siamo di fronte ad una successione di piani, alla ricerca di dare uno spazio definito a ciascuna figura. Questo elemento lo vedremo ancora meglio nell’apparato architettonico che Brunelleschi costruisce per la trinità di masaccio, infatti per quello che riguarda la nuova concezione spaziale tre sono i personaggi principali che giocano un ruolo fondamentale: Filippo Brunelleschi (che applica questo principio di rappresentazione dello spazio in tre dimensioni nella’architettura), Masaccio (che applica nella pittura questo nuovo modo di rappresentare lo spazio su piani diversi, in cui sono collocati i maniera proporzionale le figure e gli oggetti all’interno del quadro) e Donatello (che applica lo stesso criterio).
Notiamo come nell’architettura disegnata da Brunelleschi per la trinità del Masaccio compaiono degli elementi architettonici che saranno tipici del linguaggio dei Brunelleschi. Differentemente dai suoi contemporanei Filippo Brunelleschi (proprio perché concepito là delle architetture di per se concluse, cioè che non hanno ne più ne meno da aggiungere) costituisce un unico (nel senso che non esiste un altro che sarà in grado di declinare quello che era il suo modo di fare architettura), quindi sebbene siano facilmente individuabili degli elementi caratteristici delle sue architetture, nessun altro è stato in grado di mettere questi elementi il rapporto fra di loro come aveva fatto Brunelleschi.
Questi elementi architettonici sono essenzialmente cinque:
1.       l'adozione di un ordine corinzio, chiaramente rielaborato (benché in una certa misura adotti anche l'ordine ionico)
2.       la presenza di un elemento che Brunelleschi ricava direttamente dall’architettura tardo antica, ovvero il pulvino (altrimenti definito dado brunelleschiano); in realtà questo elemento è un pezzo di trabeazione (con tutte gli elementi architettonici che la trabeazione richiede) isolata che viene collocata esattamente sopra il capitello lisci, proprio per completare in maniera corretta l’ordine antico
3.       adozione di un parametro modulare, la cosiddetta campata quadrata, che non era altro che il modulo compositivo di tutte le sue architetture religiose, una campata quadrata coperta prevalentemente da una volta a vela, che permette la creazione di un equilibrio perfetto
4.       la presenza di particolari lesene (chiamate anche colonne quadrangule), una sorta di colonna che invece di avere un diametro cilindrico ce l’ha rettangolare (come se fosse un pilastro, ma senza funzione portante), con la presenza di sei incisioni (che a circa 1/6 sono rudentate, cioè la scanalatura viene riempita da un listello)
5.       Brunelleschi in genere fa partire la trabeazione dell’ordine più grande tangente al cervello (punto più alto) dell’arco, inoltre la trabeazione coincide sempre con il parapetto
Analizzeremo adesso tutta una serie di edifici religiosi progettati da Filippo Brunelleschi, questo non può dire che l'architetto non abbia costruito edifici civili, in quanto a titolo informativo Brunelleschi ha realizzato restauro ed ampliamento del cosiddetto palazzo di parte guelfa e si sa che ha realizzato anche un progetto per una palazzo dei Medici, in prossimità della chiesa di San Lorenzo.

1 commento:

  1. Complimenti per l'esaustività! Chiaro, non eccessivamente prolisso ma nemmeno scarno, equilibrato e, chiaramente, affascinante come tutto questo periodo in Italia. Grazie!
    Da uno studente di architettura

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