La biblioteca va ad inserirsi tra il primo ed il secondo chiostro del monastero di San Lorenzo e come vincolo progettuale di era quello di essere realizzata senza che l'attività claustrale fosse interrotta (tra l'altro questo edificio si va a porre sopra quelle che erano le residenze dei monaci e l’intervento di contraffortamento delle strutture preesistenti e della costruzione in generale devono venire mentre l'attività del convento continuò ad andare avanti). La biblioteca riprende una tipologia già nota delle biblioteche e che vedeva nella biblioteca di San Marco l'esempio toscano più importante, Michelangelo infatti si ispira a questo tipo di biblioteche immaginandola però in termini a lui contemporanei. Esternamente la biblioteca è costituita dal ricetto (ovvero la parte più alta di ingresso) e dalla sala di lettura vera e propria (in origine dovevano essere due, una per i libri latini e una per quelli greci, ma alla fine venne realizzata un'unica sala, inoltre Michelangelo a conclusione della sala immaginava una biblioteca segreta che però non verrà realizzata).
La planimetria molto semplice, data da un lunghissimo vano rettangolare caratterizzato da un alto basamento su cui poggia un ordine architettonico gigante che all'interno racchiude due ordini diversi di aperture (una finestra vera e propria e delle finestre a cartella cieche, che danno comunque un inquadramento architettonico allo spazio), infine un'altra operazione molto breve ed una copertura a capriate lignee e cassetto nata (nell'idea di Michelangelo i banchi dovevano affiancarsi in corrispondenza delle singole colonne per fruire quanto più possibile della luce naturale).
Notiamo che la sala d'ingresso è più alta di quella di lettura, originariamente Michelangelo pensava ad una copertura a lucernario per illuminare le scale, ma il Papa ritenne questa struttura troppo rischiosa e voleva qualcosa di diverso; anche se Michelangelo voleva uno spazio che fosse continuativamente unico (per cui l'altezza era fondamentale che fosse uguale in tutti e due di ambienti), tuttavia dovete aggiungere muratura per aprire delle finestre.
Il ricetto è fondamentale per due questioni, la prima di non coerenza con l'antico (ovvero la presenza delle mensole che reggono delle colonne che tra l’altro sono colonne portanti, nonostante la loro apparente precarietà), anche in questo caso si assiste alla rastremazione delle lesene che affiancano le finestre, solo che in questo caso hanno una dimensione molto più piccola all'inizio e vanno ad allargarsi in altezza (anche questo è un tema nuovo per l'architettura).
Per quanto riguarda l'atrio sappiamo che la scala fu realizzata in un secondo momento da Bartolomeo Ammannati, probabilmente è una interpretazione dei disegni lasciati da Michelangelo, anche se originariamente era stata già posta una scala di diverso tipo (a due rampe molto tradizionale).
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