Un altro intervento abbastanza destabilizzante da parte di Bernardo Bontalenti è la realizzazione della facciata della chiesa di Santa Trinita; come la maggior parte delle chiese fiorentine non aveva una facciata imponente, in questo caso Ferdinando ordinò a Bernardo di costruire una facciata degna della capitale di un granducato e nella esecuzione di questa facciata vediamo come da parte dell'architetto ormai non c'è più reverenza verso l'architettura preesistente e neanche adeguamento, ma c'è una prevaricazione della progettazione architettonica sul costruito, infatti nella costruzione di questa facciata l'architetto non tiene quasi in alcun conto l'esistenza dell'architettura precede. Questo lo capiamo in maniera molto evidente dal l’oculo centrale (si vede infatti che l’oculo della facciata di Bernardo si trova in una posizione molto più alta di quello della originale chiesa, per rispettare dei vincoli proporzionali), allo stesso modo siccome immaginava certo tipo di facciata che degradasse progressivamente i lati, Bernardo inserisce una sorta di ulteriore navata laterale che in realtà non esiste (perché di fatto la chiesa a tre sole navate).
Tuttavia in questa chiesa Bernardo sembra ancora aderire ai canoni dell'architettura classica, perché fondamentalmente non gli contesta, infatti si tratta di una chiesa nella quale viene adottata la soluzione della voluta (introdotta da Alberti di Santa Maria novella) e abbiamo l'adozione di un ordine (che è composito ma molto rielaborato), però possiamo dire cha massimamente questa architettura rientra nei canoni classici anche se sono presenti dei momenti di supremazia del progetto nuovo rispetto alla preesistente, che in questo caso viene presentata in maniera molto sfacciata, senza neanche tentare di nascondere il problema (come succede nella scala interna progettata da Bernardo, che venne però costruita in un’altra chiesa, dove ci si ispira ad un elemento naturale, non si ha quindi più riverenza per l’antico).
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