In quest’ultima chiesa (nella quale si vede una progressiva esclusione degli elementi manieristici ed un ritorno alla semplicità, grandiosità e compattezza romana) il suo intervento è in pratica la realizzazione del pronao e della sistemazione della piazza antistante. Grazie al suo intervento il Cortona rende la chiesa un vero e proprio palcoscenico, mentre la piazza e le casi circostanti sono l’autitorio (per questo le vie di accesso alla piazza escludono tutte una visuale diretta alla chiesa). La pianta è senza soluzione di continuità, dove si cercano di creare degli spazi che siano il più unitari possibili, al concorrere alla definizione di questi spazi intervengono le altre arti; la luce anche qui è un’elemento centrale; l’utilizzo del linguaggio architettonico antico è episodico per cui si estrapola da qualche citazione antica qualche particolare e lo si applica ad architetture recenti.
Nella chiesa di Santa Maria della Pace il portico ritorna all’antica (con trabeazione continua che poggia su colonne) cambia la forma, non più rettilineo ma semicircolare, che accoglie l’area circostante e nello stesso tempo separa l’edificio dal contesto urbano. Attraverso la demolizione di alcuni edifici antistanti Pietro della Cortona crea anche una sorta di scena per la sua nuova architettura che, in pratica consiste nell’individuazione del portico di separazione; anche qui l’utilizzo dell’antico è un semplice linguaggio architettonico da cui vengono tratti dei frammenti, non esistono comunque punti di discontinuità, elemento chiave dell’architettura barocca (si utilizzano delle forme in cui ci possano essere dei punti di rottura ma attraverso l’uso di scultura, pittura e stucchi si da continuità completa agli elementi).
il piano superiore convesso della facciata, saldamente ancorato ai lati da pilastri aggettanti (come nella chiesa dei santi Martina e Luca), ma questa zona mediana rappresenta solo una zona intermedia fra il portico semicircolare (arditamente sporgente) e le grandi ali concave che circondano la facciata.
L’elemento terminale della facciata è un frontone triangolare che ne contiene uno segmentato.
Complimenti: questo è uno dei migliori blog di architettura ch'io abbia mai visto!
RispondiEliminaio invece i complimenti proprio non li faccio: trovo che le voci siano scritte molto male, spesso in modo incomprensibile. E non basta una fotina per parlare di un'opera architettonica, specie se le descrizioni sembrano traduzioni traballanti o malfatte...
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