Chiesa del Santo Spirito (1428)

 Nella chiesa di Santo Spirito, grazie ad una compiuta messa in opera del famoso modulo dato dalla campata quadrata, si ha dal punto di vista spaziale una perfetta concatenazione tra l'elemento longitudinale dato dalla serie di tre navate e l'elemento centrale determinato dal vano di crociera, dato dall'intersezione tra il corpo rettangolare delle navate ed il corpo del transetto. L’intersezione di due elementi rettangolari da nella chiesa del Santo Spirito nel vano di crociera le perfetta percezione di un elemento centrale (cioè pur essendo due corpi rettangolari al loro centro si ha la percezione di uno spazio completamente unito, cioè non sia la percezione di elementi architettonici che si vanno ad incastrare tra di loro, ma sia una continuità spaziale definita e che non esiste in San Lorenzo, perché l’incrocio con il transetto era dato da una frammentazione spaziale data dalla serie delle cappelle e pur essendoci l’ordine maggiore questo non aveva dato luogo a una percezione unitaria di spazio). 
 Si dice che in Santo Spirito Filippo Brunelleschi riesca a coniugare lo spazio longitudinale con lo spazio centrale pur servendosi di due elementi diversi; questo avviane nella completa identità spaziale esistente tra tutte le zone della chiesa grazie ad una sequenza ininterrotta di campate quadrate e dall’utilizzo di moduli e sottomoduli che fanno riferimento alla campata principale.

Da un punto di vista della realizzazione anche Santo Spirito avrà delle grandi declinazioni rispetto al progetto originale, come viene evidenziato nella restituzione contenuta nel codice Barberiniano fatta da Giuliano da Sangallo, che è stato individuato come il progetto originale di Brunelleschi; si nota come tutte le cappelle che vanno a delimitare il perimetro della chiesa sono delle semicirconferenze che al loro esterno restano tali, nel senso che non vengono, come verrà eseguito, uniformate da un muro che le nasconde, ma venivano denunciate al loro esterno. Quindi notiamo la volontà di evidenziare in maniera esasperata tutto il profilo e tutta la pianta della chiesa. Questa è una delle variazioni che vennero apportate da colui che prese il cantiere dopo Brunelleschi, infatti la posa della prima colonna venne effettuata molto dopo la morte di Filippo, questo si deve al fatto che questo era considerato un cantiere molto dispendioso (basti pensare che le colonne erano tutte monolitiche). Un’altra errata interpretazione del progetto brunelleschiano è la realizzazione di solo tre aperture sulla facciata mentre il progetto originale prevedeva la presenza di quattro aperture, perché aveva interposto un’ulteriore colonna che attraversasse la navata in corrispondenza dell’ingresso, per dare ancora di più l’idea di spazio che avesse soluzione di continuità.
 Questa fu considerata una cosa brutta dagli eredi, che la eliminarono, determinando una visione deviata rispetto a quelle che erano le intenzioni di Brunelleschi.
La realizzazione della chiesa fu commissionata dagli agostiniani, i quali si trovavano oltre il ponte vecchio rispetto al polo centrale di Firenze; e sempre nell’ambito della costruzione della chiesa Brunelleschi aveva immaginato una ristrutturazione urbana radicale del quartiere in funzione della realizzazione del Santo Spirito. Addirittura rispetto alla struttura preesistente Brunelleschi la ruota di 180° perché la si potesse vedere appena entrati in città per chi veniva da Genova. Alla fini ci si limitò alla rotazione ma non si accettarono le trasformazione urbane (l’urbanistica nacque solo nell’800 quindi è bene dire trasformazioni urbane).
Lo spazio architettonico è molto simile a San Lorenzo ma la percezione della spazialità è completamente diversa; quindi gli elementi architettonici tornano tutti (la colonna monolitica, l’ordine corinzio, la trabeazione spezzata, la ghiera degli archi evidenziata, anche se la trabeazione non parte esattamente dal cervello dell’arco ma è sempre vista in funzione della aperture sovrastanti). 
 Il vano di crociera in questo caso ha un ruolo completamente diverso, infatti, pur essendoci un ordine maggiore di raccordo, avvicinandoci verso il vano non abbiamo la sensazione di discontinuità spaziale ma una unità completa della spazio.
Per questo è importante Santo Spirito perché è una delle prime chiese in cui si ha una continuità spaziale risolta attraverso l’uso dell’ordine antico in maniera compiuta.

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